“Un Saggio pieno di novità e dalla Bibliografia Importante. In Italia non c’è nulla di simile. G.Lanza Tomasi

Presentazione del Libro: “Tomasi di Lampedusa ed i Luoghi del Gattopardo”
Interviene Prof. ssa Maria Antonietta Ferraloro – Coordina la responsabile Dott.ssa Emilia Bonaccorsi
Direzione Servizi Demografici Decentramento e Statistica – Biblioteca Tondo Gioeni P.zza Gioeni, n.12
Incontro culturale 11 Aprile 2019 h.16,30
Il pomeriggio dell’11 Aprile la biblioteca Tondo Gioeni ha tenuto un incontro con la prof.ssa Maria Antonietta Ferraloro su “Tomasi di Lampedusa e i luoghi del Gattopardo” . L’argomento ha richiamato un discreto numero di ospiti che, hanno ben gradito l’invito ed apprezzato la relazione esposta egregiamente dalla Prof.ssa Maria Antonietta Ferraloro.
La ricercatrice, attraverso foto d’epoca di luoghi e persone ha percorso un excursus di vita dello scrittore, che è servito a potere comprendere appieno la sua personalità ed il suo estro artistico letterario.
Il tono suadente, pacato e nello stesso tempo vibrante di gusto e di passionalità della relatrice,ha richiamato l’attenzione e ammirazione da parte del pubblico che, di fronte ad un noto e popolare scrittore, ne ha scoperto aspetti e particolarità alquanto sconosciuti :dal soggiorno a Ficarra , piccolo borgo dei Nebrodi , in provincia di Messina, al ruolo di mentore dei giovani Gioacchino Lanza e Francesco Orlando, agli scritti di storia della letteratura inglese e francese, all’influenza che esercitarono la madre e la moglie, due donne fondamentali nella sua esistenza etc.. e tante altre esperienze altrettanto importanti nella produzione artistica di Giuseppe Tomasi di Lampedusa . L’evento quindi ha riscosso molto consenso , da parte sia dei frequentatori della biblioteca sia dei non fruitori , che hanno onorato la piccola sede rendendola un vero salotto letterario, riconoscenti della bravura della professoressa Maria Antonietta Ferraloro e dell’accoglienza esercitata da tutto il personale.
Si ringraziano vivamente tutti gli ospiti ed in particolare il geometra Maurizio Dell’Aria dei Sistemi informativi per aver collaborato alla pubblicazione dell’evento.

Il saggio scritto dalla prof.ssa Ferraloro e intitolato “Tomasi e i luoghi del Gattopardo” che Gioacchino Lanza Tomasi definì “Un saggio pieno di novità, in Italia non c’è niente di simile “, rileva l’ importanza della prima parte del romanzo “Il Gattopardo” , quale base per l’apprendimento e lo studio di temi ed aspetti necessari alla comprensione del romanzo e dell’intera produzione letteraria dello scrittore. La studiosa concentra la sua attenzione sul giovane borbonico trovato morto nella villa del principe di Salina che” Ricordava il ribrezzo che le zaffate dolciastre avevano diffuso in tutta la villa prima che ne venisse rimossa la causa: il cadavere di un giovane soldato del 5° Battaglione che ferito nella zuffa di S.Lorenzo contro le squadre dei ribelli era venuto a morire, solo , sotto un albero di limone.”e riferisce che Il predetto episodio non sarebbe una mera invenzione, bensì la trasposizione di un fatto di guerra accaduto nel 1943 durante il soggiorno di Tomasi nel borgo di Ficarra , della provincia di Messina, tappa importante per la biografia e la creazione letteraria dello scrittore.
Il giovane soldato borbonico trovato morto a Villa Salina, rappresenta lo spunto di una nuova svolta interpretativa più analitica e decisamente più autentica ed esaustiva della produzione letteraria di Tomasi che, sulla scia di altri rispettabili studi sul Gattopardo, mette in risalto i luoghi, lo spazio, e i fatti che in essi avvengono, quali elementi fondamentali dell’ intero impianto narrativo e la soluzione più idonea all’ interpretazione critica del romanzo .
La descrizione del giardino, dei palazzi , dei conventi, quartieri, strade, città piccole o grandi etc.. non è mera invenzione , ma una descrizione reale, la cui perfetta toponomastica ne esalta un intenso senso identitario ed un forte sentimento di nostalgia per un passato che non ritorna più.
La trasposizione dei luoghi contribuisce a dare al romanzo un’impronta prettamente autobiografica che al di là del senso di appartenenza al territorio, tende piuttosto a restituire a quei luoghi e cose nuova vita ed a diffondere una conoscenza assolutamente geografica, territoriale, oltre che storica.
Nel gioco di sovrapposizioni di luoghi reali con quelli immaginari la prof.ssa Ferraloro trova una magica commistione di ricordi, fatti realmente accaduti e poesia che sono la spinta per la creazione artistica di un grande scrittore che ormai giunto alla maturità non vide la pubblicazione del proprio manoscritto , pubblicato postumo nel 1958, da Feltrinelli ad opera di Giorgio Bassani.
Emilia Bonaccorsi
Conferenza: Tomasi e i luoghi del Gattopardo
Relatrice: Prof.ssa Maria Antonietta Ferraloro
Il legame che Giuseppe Tomasi di Lampedusa instaura con i luoghi nei quali si trova a vivere, nel corso della sua esistenza, è talmente forte da ripercuotersi sulla sua produzione letteraria. Le città, piccole o grandi che siano, che abita -o visita o esplora, sempre col passo meditabondo di un inguaribile flâneur- , influenzano infatti, in maniera significativa, il suo processo creativo. In alcuni casi, è possibile sovrapporre “quasi” perfettamente lo spazio reale, che il Principe scrittore ha percorso, osservato, amato con la trasfigurazione letteraria che in seguito ne ha fatto. Basti pensare alla Parte I del Gattopardo e alla descrizione del tragitto in carrozza di don Fabrizio Salina, per le vie di una Palermo notturna
Ma gli esempi si sprecano e non riguardano soltanto il romanzo.La sirena, ad esempio, il suo racconto più amato- ed uno dei più belli del ‘900 letterario- trova in Augusta uno scenario irrinunciabile.
Nell’estate del 1943, Tomasi soggiornò per alcuni mesi nel borgo nebroideo di Ficarra. Considerato sino a pochi anni fa, sino alla pubblicazione del mio saggio Tomasi di Lampedusa e i luoghi del Gattopardo (Pacini, Pisa, 2014) una semplice tappa di passaggio nella vita dello scrittore, il soggiorno in questo piccolo paese costituisce invece, come viene riconosciuto ormai dalla critica, un momento importante della sua biografia e occupa uno spazio ben identificabile nel grande affresco gattopardiano.
L’incontro su Tomasi e i luoghi del Gattopardosi propone di
- offrire una rilettura della figura e dell’opera del grande autore;
- compiere un viaggio testuale tra lee pagine di uno dei classici più amati;
- riannodare i fili del legame viscerale e antico che Tomasi ha con i luoghi e, in particolare, con Ficarra.
Maria Antonietta Ferraloro
«Dopo le gite a Palma la stesura del Gattopardo riprese vigore.»
G. Lanza Tomasi, I luoghi, cit. p. 51.
«Quando ci si trova sul declino della vita è imperativo cercar di raccogliere il più possibile delle sensazioni che hanno attraversato questo nostro organismo. A pochi riuscirà di fare così un capolavoro (Rousseau, Stendhal, Proust) ma a tutti dovrebbe esser possibile di preservare in tal modo qualcosa che senza questo lieve sforzo andrebbe perduto per sempre.»
G. Tomasi di Lampedusa, Ricordi d’infanzia, cit., pp. 429-431.
«I miracoli letterari sono i più gradevoli, ma come tutte le cose gradevoli, rari al massimo punto».
G. Tomasi di Lampedusa, Letteratura inglese, cit., p. 1103.
Maria Antonietta Ferraloro
Laurea in Materie Letterarie, conseguita il 23 novembre 1993 presso la Facoltà di Magistero dell’Università di Messina. Dal 2010 al 2013 frequenta il Corso di Dottorato di ricerca in Storia della cultura, della società e del territorio -XXV ciclo, bandito dal Miur, di durata triennale, presso l’Università di Catania. Supera l’esame finale e consegue il titolo il 27/3/2013, discutendo una tesi dal titolo: Cartografia dell’immaginario. Spazi biografici, letterari e topografici del Gattopardo (tutor Chiar.mo Prof. A. Manganaro). Nel 2014 consegue il titolo di cultore della materia conferitogli dal Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania.
In qualità di coordinatrice P.ON. Scuola dal 22/1/2014 ad oggi fa parte della commissione d’esami di Letteratura italiana(A-L, corso di laurea in Lettere), corso integrato prof. ssa R. Verdirame – professore A. Manganaro, e collabora con le attività della stessa cattedra. Insegna nella scuola secondaria di I grado. Si occupa, inoltre, della formazione degli insegnanti di Lettere. Ha partecipato a corsi e seminari tra il 2010 ed il 2016 finalizzati a ad approfondimenti epistemologici e le problematiche storiche della Letteratura italiana. Nell’attività scolastica inizia una serie di progetti scuola Nel corso del 2017, insieme con Fulvia Toscano, dir. artistico di Naxoslegge, ha ideato e promosso il Progetto itinerante In viaggio con Tomasi.
Al Principe ha dedicato: Tomasi di Lampedusa e i luoghi del Gattopardo (Pacini, 2014), finalista al Premio “Città di Castello” e al Premio Brancati; L’opera-orologio. Saggi sul Gattopardo (Pacini, 2017); ed è tra i curatori del volume Intinerari siciliani. Topografie dell’anima sulle tracce di Tomasi di Lampedusa (Historica edizioni, 2017). Ha da poco pubblicato il libro: Il Gattopardo raccontato a mia figlia (La Nuova Frontiera Junior, 2017), già adottato da molte scuole
Le sue ricerche le hanno permesso di ricostruire un periodo poco noto ma rilevante della vita di Tomasi e di “scoprire” un nuovo, importante luogo gattopardiano: il borgo di Ficarra.
In qualità di Coordinatrice dell’area progettuale e dei Progetti P.O.R, ha promosso e coordinato progetti; stage formativi per docenti; attività e percorsi didattici per gli allievi d’intesa con vari Enti ed Istituzioni presenti sul territorio, quali: Università agli Studi di Catania; biblioteche e pinacoteche; consultori familiari, gruppi Scouts, Amnesty International.
Gli ambiti d’intervento sono stati legati alla dispersione; al disagio scolastico; all’orientamento; al raccordo tra i diversi ordini di scuola e tra scuola-famiglia-territorio.
Si è occupata inoltre degli interventi di supporto delle attività didattiche del corpo docente, ricercando e promuovendo materiali didattici comuni e strutturati; elaborando percorsi disciplinari flessibili – particolarmente attenti al recupero dei soggetti a rischio: allievi in condizione di disagio; Bes; diversamente abili.
Attualmente, i suoi studi riguardano la Didattica della letteratura italiana e il rapporto tra letteratura e spazio.
Le ricerche si sono concentrate su autori del ‘900: Leonardo Sciascia, Giuseppe Antonio Borgese e, più recentemente, Lucio Piccolo e Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Una particolare attenzione è stata sempre prestata al dibattito critico sollecitato dagli autori trattati; alla spazialità letteraria; all’intertestualità e al nesso testo/ipotesto.L’ambito attuale di ricerca è legato ai rapporti tra letteratura e luoghi e alla didattica della letteratura italiana.
Componente esterna del gruppo di ricerca del Progetto FIR 2014 dal titolo: Biblioteche d’autore: Giovanni Verga, capogruppo Chiar.mo Prof. Andrea Manganaro)
Viene considerata tra gli studiosi più originali e raffinati di Tomasi di Lampedusa.
Dello stesso autore
Maria Antonietta Ferraloro
Il Gattopardo raccontato a mia figlia

“Una conoscenza profonda di Tomasi. Un libro ben costruito, che avvicinerà i giovani al Gattopardo.”
Gioacchino Lanza Tomasi
Un Gattopardo per tutti. Una prosa limpida”
Concetto Vecchio, Robinson
“Il Gattopardo della Ferraloro è un viaggio nell’universo siciliano di Tomasi, che parla ai ragazzi con un linguaggio semplice e preciso.”
Marta Occhipinti, Repubblica -Palermo,
“Un assaggio letterario per ragazzi, quello di Maria Antonietta Ferraloro, in attesa che maturi l’interesse per il romanzo che, come i frutti di stagione, al tempo giusto, si potrà gustare in tutta la sua dolcezza.”
Avvenire, Rossana Sisti
“Una lettura seducente.”
La Sicilia, Pasquale Almirante
STAMPA E MEDIA
Corriere della Sera, Il Novecento narrato ai ragazzini, di S. Colombo, 15-07-2017
La Lettura (Corsera), segnalazione, 16-07-2017
Radio Popolare, Intervista, per Cult estate, 21-07-2017
La Sicilia, segnalazione, Il Gattopardo oggi in una Sicilia resa “terra di consumo”, di M. Lombardo, 23-7-2017
Radio 24, rubrica “Il confettino”, per Un libro tira l’altro, 23-07-2017
Robinson (Repubblica), Il Gattopardo per tutti, di C. Vecchio, 27-8-2017
La Gazzetta del Sud, segnalazione, In viaggio con Tomasi dentro e attorno al Gattopardo, di E. Reale, 31-8-2017
La Repubblica-Palermo, I giovani e Salina. La lettura del Gattopardo con lo sguardo rivolto alle giovani generazioni, di M. Occhipinti, 8-9-2017
Billy, Il vizio di leggere- il gruppo, segnalazione, 8-9-2017
L’Espresso, segnalazione, 8-9-2017
Gazzetta del Sud, Voglio raccontare ai ragazzi quant’è bello Il Gattopardo, di A. Mallamo, 12-9-2017
Gazzetta del Sud, Che grande lezione di bellezza, nel Gattopardo, di E. Reale, 13-9-2017
Avvenire, Cara figlia, te lo racconto io il Gattopardo, di R. Sisti, 18-9-2017
La Sicilia, Cari ragazzi vi racconto il Gattopardo,un eroe da favola di P. Almirante, 22-9-2017
Letteratitudine in FM -Radio Hinterland, Il Gattopardo raccontato a mia figlia, intervista, 27-9-2017
Radio Libri, Il Gattopardo raccontato a mia figlia, 28-9-2017
Maria Antonietta Ferraloro
L’Opera-Orologio
Saggi sul Gattopardo
«L’autrice sviscera il mondo di Lampedusa, pur custodendo con rispetto il mistero del genio».
Marco Olivieri, Viaggio nei luoghi del Gattopardo, doppiozero
Un saggio interessante.
Alberto Samonà, Il Gattopardo acquattato tra le lettere, Libero
Giuseppe Tomasi di Lampedusa sosteneva che è possibile smontare un’opera letteraria esattamente come si fa con un orologio: osservare da vicino congegni e automatismi permette di carpire i segreti del suo funzionamento.
Dopo la pubblicazione di Tomasi di Lampedusa e i luoghi del Gattopardo, finalista al premio Brancati, e definito da Gioacchino Lanza Tomasi «un saggio pieno di novità e dalla bibliografia importante», Maria Antonietta Ferraloro torna a scrivere del principe di Lampedusa. L’Opera-Orologio si concentra stavolta sugli epistolari e sulle Lezioni di letteratura inglese e francese. Ci sono forse segrete corrispondenze tra le Lezioni, gli epistolari e Il Gattopardo? Lampedusa aveva letto e riletto testi capitali della letteratura inglese e francese in lingua originale, colto com’era, e Maria Antonietta Ferraloro indaga su quelle pagine, laddove le letture di una vita si condensarono in una profonda riflessione sul genere del romanzo.
La prosa colta, l’andamento narrativo e il contenuto corposo fanno dell’Opera-Orologio il saggio irrinunciabile di un’autrice che ha già dimostrato di saper sviscerare l’opera lampedusiana su percorsi d’analisi nuovi e aggiornati al livello metodologico.
Maria Antonietta Ferraloro è insegnante e saggista. Dottore di ricerca in Storia della cultura e cultore della materia in Letteratura italiana, collabora con il Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania. Il suo saggio, Tomasi di Lampedusa e i luoghi del Gattopardo, molto apprezzato da pubblico e critica, ricostruisce un periodo quasi del tutto sconosciuto ma rilevante della biografia umana e letteraria dell’autore siciliano, e riconsegna un nuovo luogo alla mappa narrativa gattopardiana.
Stampa e media
- Doppiozero, Viaggi nei luoghi del Gattopardo, di M. Olivieri17-1-2017
- La Sicilia, Opere minori che disvelano l’intimo autore del Gattopardo , di P. M. Almirante 27-2-2017
- Letteratitudine, L’Opera Orologio (una recensione). Ceci n’est pas une critique, di M. Giaquinta, 6 febbraio 2017
- Libero , “Il Gattopardo” acquattato tra le lettere, di A. Samonà, 25-4-2017
- Rai Radio 3, Qui comincia, Libro del giorno, L’opera-orologio. Saggi sul Gattopardo
- La Lettura ( Corsera) , segnalazione, 16-07-2017
- Il Giornale, Tomasi di Lampedusa , il profeta che la sinistra rifiutò di ascoltare, di S. Solinas, 20- 07-2017
- Radio Popolare, Intervista, per Cult estate, 21-07-2017
- La Sicilia, segnalazione, Il Gattopardo oggi in una Sicilia resa “terra di consumo”, di M. Lombardo, 23-7-2017
- Treccani.it Il portale del sapere, Il principe, la poesia e la Storia, di B. Cristalli, 27-7-2017
- Altritaliani.net, L’opera orologio, di Gaetanina Sicari Ruffo, 7-8-2017
- OBLIO- Osservatorio bibliografico della letteratura italiana Otto-Novecento, VII, 25 (2017), pp. 121-123
De L’Opera orologio. Saggi sul Gattopardo è stato detto:
«L’autrice sviscera il mondo di Lampedusa, pur custodendo con rispetto il mistero del genio».
doppiozero , Marco Olivieri«Un saggio interessante.»
Libero, Alberto Samonà,
«Un libretto importante, che riapre il discorso sull’umana fragilità, sul solidarismo, dentro quel grande romanzo dell’esistenza (così pieno delle nostre inquietudini, dei nostri errori) che è il capolavoro di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.»
Giuseppe Giglio
«Sicuramente, nel panorama degli studi critici su Tomasi, questo libro di Ferraloro porta un contributo notevole»
La Sicilia, Pasquale Mimmo Almirante
«Sessant’anni dopo, Giuseppe Tomasi di Lampedusa è considerato senza se e senza ma un grande scrittore e Il Gattopardo un monumento letterario del Novecento e bene fa Maria Antonietta Ferraloro a dedicargli questo L’opera-orologio (Pacini, pagg. 80, euro 12) analisi puntuale e documentata del suo meccanismo interno, il suo solidarismo e la sua filosofia della storia, il bestiario che lo attraversa, l’elegia memoriale e il tradimento della letteratura di genere, il cosiddetto romanzo storico compiuto dal suo autore. »
Il Giornale, Stenio Solinas
«Un’analisi critica originale.»
Beatrice Cristalli, contributor Treccani.ita umana fragilità, sul solidarismo, dentro quel grande romanzo dell’esistenza (così pieno delle nostre inquietudini, dei nostri errori) che è il capolavoro di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.

In Viaggio con Tomasi
La sezione di Naxoslegge IN VIAGGIO CON TOMASI, ideata dalla prof.ssa Fulvia TOSCANO ( Dir. Artistico di Naxolegge) e dalla prof.ssa Maria Antonietta FERRALORO, studiosa di Lampedusa, nasce per celebrare, nell’arco del biennio 2017-2018, due importanti anniversari lampedusiani: 60 dalla morte dello scrittore e 60 dalla prima pubblicazione del Gattopardo, in cui la Sicilia tutta, in vario modo si rispecchia, come luogo reale, luogo dell’anima o dell’immaginazione. … Leggi tutto
Scarica e/o visualizza in formato PDF: In Viaggio con Tomasi
LAURA ANELLO – La Stampa – 02.03.2025
L’ultima dimora Gattopardo
Viaggio nel palazzo palermitano dove Tomasi di Lampedusa visse in povertà con la moglie dopo i rifiuti alla pubblicazione del suo capolavoro che ora diventa una serie tv Custodisce un carteggio inedito e il manoscritto del romanzo


A tenere sulle spalle il carico della memoria è rimasta lei, la duchessa Nicoletta Lanza Tomasi, vedova del figlio adottivo dello scrittore che, come nessuno, ha segnato l’immaginario sulla Sicilia con il suo Il Gattopardo. E adesso che la serie Netflix porterà la storia raccontata in quel romanzo-capolavoro in quasi duecento Paesi del mondo, non c’è niente di più illuminante che risalire la corrente e andare nel Palazzo dove tutto è cominciato, dove il libro fu concepito e dove è custodito il manoscritto con il celebre incipit: «Nunc et in hora mortis nostrae. Amen». Lei, Nicoletta, veneziana di nascita, poliglotta, studiosa e curatrice delle opere di Tomasi dopo un passato da interprete e organizzatrice di festival musicali, sorride con la stessa colta ironia che era del marito, il musicologo Gioacchino Lanza Tomasi, scomparso a 89 anni nel 2023. «La serie? Ho deciso di vederla – dice – anche se mi ha colpito leggere che Kim Rossi Stuart si vantava di non avere letto il romanzo e di non aver visto il film di Luchino Visconti che vinse la Palma d’oro a Cannes. Spero servirà a tenere accesi i riflettori su un romanzo straordinario, già amato e letto in tutto il mondo, e su questa dimora che curo con grande impegno e che ho deciso di aprire an-
che alle scuole come luogo di cultura vivente».
L’idea è di trasferire ai giovani la conoscenza di un romanzo che gran parte della critica ha visto come metafora dell’irredimibilità dell’Isola, manifesto del trasformismo e dell’opportunismo. L’affresco degli aristocratici siciliani pronti a passare dai Borboni a Garibaldi in pochi giri di valzer e qualche tocco di cipria pur di mantenere il proprio posto al sole. Pronti a sdoganare la nuova imprenditoria rapace e igno-
rante pur di salire sul carro dei nuovi vincitori. L’autobiografia di un popolo, se davvero i siciliani sono un popolo (e un popolo di Dèi, come dice amaramente il principe di Salina in una dei passaggi più celebri). La metafora del Paese, forse.
Romanzo che, secondo il figlio adottivo (e lontano cugino) dello scrittore, aveva tutt’altra morale. «Il Gattopardo non è stato capito – diceva Lanza Tomasi – in realtà è il romanzo della speranza, della Sicilia che cresce e che cambia. Il principe di Salina, morendo, riconosce di avere perduto. Così come mio padre adottivo aveva perduto: era un uomo deluso, amareggiato, ultimo erede di una famiglia decaduta. Consapevole che se tu non cambi, ti cambieranno gli altri, e che se non si cambia si è fritti perché la società è mobile. La famosa battuta del cambiare per non cambiare è pronunciata da un personaggio minore, il nipote Tancredi. Se fosse la morale del romanzo, Lampedusa l’avrebbe fatta pronunciare al principe». Emoziona, oggi, visitare questa dimora dove il principe scrittore visse gli ultimi anni della sua vita, quelli della decadenza economica, della vana attesa della pubblicazione del romanzo (rifiutato da Mondadori e da Einaudi), dell’insorgere della malattia che lo avrebbe ucciso nel luglio 1957, un anno prima che il libro, edito da Feltrinelli, ottenesse un immediato, enorme successo.
Adesso la duchessa sta lavorando al prezioso carteggio inedito tra lo scrittore e la moglie, la psicoanalista Alexandra Wolff Stomersee detta Licy, «sono fogli in francese che lei gli raccomandava di bruciare perché la detestata suocera non li leggesse, ma che in parte invece si sono conservati».
Sono note invece le ultime tre lettere che il principe scrittore lasciò alla moglie e a Gioacchino prima di morire. «Raccomandava di darsi da fare per pubblicare il libro, ma non a spese della famiglia, lo riteneva umiliante. Viveva senza più un soldo, accampato in questa casa che definiva ironicamente straordinaria perché, diceva, “l’acqua non manca mai, ma non esce dai rubinetti, cade dai tetti”. Io l’ho vista, questa dimora prima del restauro, mi è rimasta impressa la fila lunghissima di bottiglie poggiate a terra nella cucina lurida, Licy le usava appunto perché non c’era acqua corrente».
Difficile da immaginare quei tempi, adesso che questi saloni sono sontuosi, restaurati in trent’anni di vita da Gioacchino Lanza Tomasi, che ha raccolto gli arredi provenienti da Palazzo Lampedusa, la di-
mora di famiglia dello scrittore distrutta dai bombardamenti, «un trauma che non superò mai» e dal Palazzo di Santa Margherita Belìce, la residenza estiva dei Filangeri di Cutò, il ramo materno di Tomasi. Da Palazzo Lampedusa proviene la biblioteca di seimila volumi. «Mio marito diceva che è una leggenda che avesse scritto il romanzo in biblioteca – racconta Nicoletta – una leggenda alimentata dalla moglie, che lo spingeva a mantenere comportamenti da aristocratico, anche quando i due non potevano più organizzare ricevimenti e si limitavano a offrire un tè alla settimana a una decina di ospiti, aiutati da un solo vecchio cameriere. Il libro in realtà l’ha scritto al caffè Mazzara, dove andava di buon mattino, a piedi, dopo avere comprato i giornali, con il suo bastone, fumando una sigaretta dopo l’altra».
Ma in quel palazzo mezzo diroccato, coi pavimenti usurati e gli infissi rotti, il principe decaduto impartiva lezioni di letteratura a tre giovani: Gioacchino, che poi avrebbe adottato; Francesco Orlando, futuro critico letterario; Francesco Agnello, futuro musicologo. Provava a fare respirare loro quell’Europa che lui aveva girato da ragazzo, con la madre amatissima Beatrice Tasca Filangeri Cutò dal cui abbraccio mai riuscirà a liberarsi, quella madre che scrivendogli lo nominò sempre al femminile. Provava a cambiare, perché qualcosa cambiasse.



Nicoletta Lanza Tomasi, Vedova del Tiglio adottivo dello scrittore
Curo questa dimora con impegno e ho deciso di aprirla alle scuole come luogo di cultura vivente
Sto lavorando allo scambio di lettere tra Tomasi e la moglie Licy, ancora non pubblicato
Il figlio adottivo
in 30 anni ha restaurato i saloni riportandoli agli antichi splendori
Commenti recenti